Bisogna ammetterlo, si ha sempre quella certa curiosità nell’osservare le manovre d’ormeggio altrui, magari mentre si sorseggia una buona birra in banchina. In questi momenti, qualcuno mostra il peggio di se, sorridendo convinto, con un certo orgoglio, che in determinate situazioni non ci sarebbe mai finito.
Tuttavia, nella gran parte dei casi, il senso di solidarietà fra velisti ha la meglio ed è questo il momento peggiore per chi sta compiendo la manovra con una certa difficoltà da neofita.
Il malcapitato/malcapitata, vengono presi di mira da un orda urlante di capitani che impartiscono ordini con toni perentori. In banchina si sviluppa ben presto un gruppo di persone che gesticolano, indicano, muovono le braccia esemplificando angoli e direzioni tanto da confondere chiunque.
Invece all’ormeggio in banchina un aiuto oltre che importante è doveroso e segno di cultura marina. Si deve manifestare, però, disponibilità e discrezione, qualità che spesso si sviluppando negli anni con l’esperienza.
Perciò se si vuole veramente essere d’aiuto, bisogna intanto capire chi sta compiendo la manovra d’ormeggio. Se per esempio si tratta di una persona con una certa esperienza, lo si capisce velocemente, ci limiteremo a ricevere le cime e a passarle in un anello intorno alla bitta oppure a offrire la trappa del corpo morto al gancio del mezzo marinaio.
Nel caso in cui a dirigere la manovra ci sia invece un neofita o un indeciso, e lo si capisce altrettanto velocemente, succede spesso, in quei momenti, che tutto quello che sa fare svanisca nella nebbia.
Dalla nostra parte, invece, vige la tranquillità un pò dettata dalla posizione in banchina un pò dall’esperienza. Quindi d’innanzi al manovratore, anche il più nervoso, vanno eliminati qualsiasi tipo di ordine/consiglio urlato. Se lo skipper ci chiede aiuto, non c’è dubbio, possiamo agire e supportarlo. Nel caso in cui la richiesta non è proprio così esplicita, ma il mostrarci collaborativi produce già una prima espressione di sollievo nel viso del nostro interlocutore, cominciamo senza indugio a parlargli con calma, fornendogli la prima indicazione utile: la velocità.
Se non si da motore la barca non compie la manovra. In alcune situazioni limite è una delle soluzioni più indicate, con una barca che lentamente si appoggia sulla prua delle altre. Quindi se valutiamo che non si può che peggiorare la situazione, il consiglio migliore che si può dare è stare fermi. Poi con meno tensione e ansia provvederemo a tonneggiare la barca.
Dare indicazioni precise senza ripetere le stesse aumentando semplicemente i toni è importante, anche se vediamo che dall’altra parte manca una reazione. E’ possibile che chi stia eseguendo la manovra abbia deciso di non seguire l’indicazione, perciò insistere significa solo aumentare tensione. In ultimo bisogna far si che solo una persona parli, quindi cercare di evitare cori di opinioni discordanti provenienti dalla banchina.
Molto spesso basterà solo una presenza rassicurante in banchina e una certa dose di pazienza per far calare tensioni e rasserenare la mente di chi sta arrivando all’ormeggio, e una cima di poppa passata al momento giusto potrà sciogliere la tensione più di qualsiasi altro consiglio inopportuno.
aiuto in banchina all’ormeggio