Pulizia delle dotazioni di bordo: parabordi, giubbotti di salvataggio e cime

Non si contano le guide online che spiegano come pulire le carene, i tubolari, i ponti e via dicendo:
la pulizia delle barche è infatti essenziale per mantenerle efficienti, sicure ed esteticamente
appaganti. Si pensi a tutti gli svantaggi che può dare una carena incrostata dalla vegetazione, o
quanto possa abbattere il valore di una barca trascurare troppo o a lungo la pulizia della coperta in
legno. Ma non solo la struttura delle nostre barche deve essere sottoposta a pulizia regolare: va
infatti sottolineato che anche quello che portiamo a bordo dello scafo quando arriviamo al nostro
posto barca viene minacciato dai medesimi elementi, dal salino in poi. Ecco che allora diventa
necessario programmare anche la pulizia delle dotazioni di bordo, avendo cura di usare i prodotti
detergenti più adatti per riportarle al loro stato originale.

La pulizia dei parabordi

Iniziamo da questi partner indispensabili per l’ormeggio: tra le banchine del nostro porto turistico
di Genova si possono vedere parabordi pulitissimi e parabordi che invece necessiterebbero di una
bella seduta di pulizia, come anche altri parabordi sapientemente protetti dalle apposite calze.
Ma come affrontare la pulizia dei parabordi, utile peraltro per mantenere pulita nel tempo anche la
carena stessa della nostra barca? Lasciare che lo sporco prenda il sopravvento sulle superfici di
questi distanziatori significa dare il via alla formazione di muffe e di alghe, con risultati negativi
sul lato dell’estetica, della durata, della salubrità e ovviamente dell’aspetto estetico.
Nel caso di parabordi molto sporchi, può essere utile dare una prima “botta” legando i parabordi a
poppa e lasciandoli “saltare” sull’acqua per qualche miglio.  La pulizia vera e propria dei parabordi
non può però che essere fatta a mano, con l’utilizzo di un detergente marino per vinile, meglio
ancora se rispettoso dell’ambiente, e con una spazzola dalle setole medio/morbide; per l’ultima
passata si potrà infine usare una spugna, per poi risciacquare.

La pulizia delle cime

I cavi usati per l’ormeggio, le cime usate per la regolazione delle vele, i cavi usati per legare i
parabordi o per trainare il tender: tutti abbiamo a bordo diversi metri di cavi che vengono sottoposti
all’azione della salsedine, dei raggi UV, dell’acqua, della vegetazione marina e dello sporco. Per
fare in modo che cime, drizze e scotte durino a lungo, per renderle più morbide e per non sporcarsi
le mani ogni volta che le si tocca, è bene ricordarsi di lavarle, procedimento che peraltro è utile
anche per verificare le loro condizioni.
Sarebbe bene ricordarsi di tanto in tanto di risciacquare le cime con dell’acqua dolce, per eliminare
cristalli di sale e alghe: una volta l’anno è poi bene fare una pulizia più approfondita, usando una
spazzola e, quando necessario – sulle cime non nuovissime – con del detergente non aggressivo,
con pH compreso tra 7 e 9.

La pulizia dei giubbotti di salvataggio

Troppo spesso i giubbotti di salvataggio finiscono per restare dimenticati dall’interno di un gavone,
sepolti sotto altre dotazioni di bordo. Sarebbe infatti bene assicurarsi sempre, prima di lasciare il
porto turistico, che queste fondamentali dotazioni di sicurezza siano facilmente e velocemente
raggiungibili, nonché in perfetto stato. Per questo motivo è consigliabile anche ricordarsi di pulire

questi accessori nautici, così da non ledere la loro efficacia e la loro durata nel tempo. Tutto questo
sapendo che per pulire i giubbotti di salvataggio basta davvero poco tempo: sono sufficienti alcuni
minuti all’inizio e alla fine della stagione nautica, magari durante una pausa nel marina di
riferimento. 
Basterà del resto passare tutte le parti dei giubbotti con dell’acqua dolce contenente del detergente
marino non aggressivo, per poi risciacquare il tutto e far asciugare per bene prima di riporre in un
gavone (per assicurarsi di non dare il via alla formazione di muffa).

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