Come ormeggiare il gommone in modo corretto? Meglio ormeggiare di poppa oppure di prua? E come assicurare in modo corretto il gommone? Quante cime è necessario usare? E ancora, i parabordi sono davvero necessari quando si parcheggia il proprio battello in banchina? Non importa da quanti anni esistano i gommoni, piccoli e grandi, non importa quanto l’operazione di ormeggio sia estremamente comune, ripetuta all’esaurimento nei marina di tutto il mondo, e non importa nemmeno quanta conoscenza sia stata accumulata nei secoli intorno alle tecniche di ormeggio: queste domande fanno sempre discutere.
E noi del porto turistico Marina Porto Antico di Genova lo sappiamo molto bene, perché qui, nelle nostre banchine che si affacciano sul mar Ligure, vediamo naviganti che adottano le più differenti tecniche. E sì, vediamo gommoni che optano per l’ormeggio di prua e altri che preferiscono entrare di poppa, alcuni che usano tante cime, alcuni che vanno al risparmio, e via dicendo. Oggi vogliamo quindi sintetizzare qui le basi per poter interpretare sempre al meglio la situazione quando arriva il momento di ormeggiare, sapendo che certe volte sarà meglio il tradizionale ormeggio di poppa, mentre altre volte sarà bene usare l’ormeggio alla francese o persino all’inglese; certe volte basterà una cimetta, altre volte invece sarà bene assicurare ben di più lo scafo. Buona lettura!
L’ormeggio del gommone, di poppa oppure di prua?
Il quesito su come ormeggiare il gommone potrebbe richiedere una risposta lunga un libro intero. Prima di tutto, ricordiamo brevemente le diverse tipologie di ormeggio possibili (a seconda anche dello spazio a disposizione e del tipo di posti barca offerti dal porto turistico in questione):
Ormeggio di poppa: si tratta del metodo più tradizionale, e del più diffuso. Il motivo è semplice: i diportisti ne apprezzano la comodità di accesso alla barca; la quale però non è sempre tale nel caso dei gommoni, e più in generale dei barchini con motore fuoribordo!
Ormeggio di prua: un filino meno marinaresco, anche detto “alla francese”, è imbattibile quanto a sicurezza e a velocità di ormeggio, anche se rende poi l’uscita dal porto meno immediata.
Ormeggio all’inglese: c’è infine l’opzione – ovviamente non sempre possibile nei marina – di affiancarsi direttamente alla banchina, disponendosi parallelamente. Questa opzione è da privilegiare quando ci sarà un via vai di persone e di merci dalla banchina, avendo un accesso molto ampio e sicuro.
La terza opzione è quasi sempre da escludere quando si deve ormeggiare stabilmente un gommone in un porto turistico, per la pura e semplice modalità di disposizione dei posti barca. Vanno quindi per la maggiore le opzioni di poppa e prua. In linea generale, si può pensare prima di tutto alle caratteristiche del proprio gommone: chi presenta una prua alla medesima altezza dei pontili potrebbe per esempio privilegiare normalmente questa opzione, giudicata da tanti diportisti “poco ortodossa”; è un’opzione valida anche per proteggere il motore fuoribordo, il quale in un ormeggio a poppa risulta inevitabilmente più esposto. Ovviamente tutto dipende dalle diverse altezze e dalla tipologia di musone! Altra situazione in cui l’ormeggio di prua potrebbe risultare preferibile è quello dell’arrivo in marina con il maltempo: in queste occasioni c’è ben poco da fare gli schizzinosi, con l’obiettivo chiave di arrivare quanto prima al sicuro tra i posti barca e assicurare lo scafo.
In tutte le altre situazioni, l’ormeggio di poppa risulta essere il più diffuso, consigliato e apprezzato. L’insidia è data dall’entrata in retromarcia, che però per la maggior parte dei gommoni non risulta particolarmente difficile, e per l’eventuale presenza di raffiche di vento laterali. Di certo dipende anche dal porto di atterraggio: il nostro marina di Genova per esempio risulta ben protetto, rendendo in generale gli ormeggi più semplici.
Come assicurare il gommone: cime e corpo morto
Una volta deciso come ormeggiare il gommone, non resta che prepararsi per bene all’entrata in porto, sapendo già in anticipo tutto quello che si andrà a fare. Pensiamo al tipico ormeggio a poppa. Una volta vicini al posto barca ci si disporrà in modo da entrare da poppa; una volta prossimi alla banchina si lanceranno le cime a terra, per assicurarle alle bitte. Immediatamente dopo si andrà a recuperare il corpo morto, per arrivare alla trappa da sfruttare per assicurare la prua. Per avere maggiore sicurezza si può pensare di incrociare le cime a poppa. Ecco che allora si capisce qual è il numero di riferimento di cime da tenere a bordo (considerando eventualmente anche una cima di riserva) sommando a queste, in base alla disposizione del corpo morto, anche un eventuale mezzo marinaio (che risulterà inutile nel caso di boa galleggiante per agguantare il corpo morto). Per un ormeggio temporaneo – magari giusto il tempo di far salire una persona – potrebbe essere sufficiente invece una cimetta a terra fissata velocemente.
I parabordi giusti per il gommone
In molti pensano che i parabordi, in caso di un gommone, siano del tutto inutili: parliamo pur sempre di uno scafo circondato da tubolari, no? Ebbene, le cose non stanno esattamente così, in quanto ci sono diversi aspetti da considerare. Prima di tutto, nemmeno i tubolari amano essere strofinati su banchine o su altre barche; in secondo luogo, non sempre sono solo e unicamente i tubolari a essere esposti a degli urti con quanto circonda il gommone, inserito nel suo posto barca. Per questo motivo avere a bordo dei parabordi è sempre un’ottima idea, avendo cura di scegliere i modelli più adatti per il proprio scafo. Esistono infatti, come molti sanno, dei parabordi articolati che, grazie alla loro flessibilità, riescono ad adattarsi perfettamente ai tubolari, risultando in molti casi più efficaci dei tradizionali dispositivi cilindrici o sferici.
Prenotare il posto barca giusto
Infine, l’ultimo consiglio per ormeggiare correttamente il gommone è prenotare il posto barca giusto, in un porto turistico con banchine solide e bene curate, con pontili ben mantenuti e riparati se possibile dalle mareggiate. È questo il caso del nostro marina di Genova, protetto dalla diga foranea del Porto della città, che oltre ai 270 posti per barche dai 10 ai 75 metri presenta anche una pittoresca darsena per barche dai 5 ai 7 metri, al fianco di stupendi gozzi liguri.