ormeggiare da soli

Come ormeggiare da soli, senza figuracce

Ci sono tante persone che vanno in tensione al momento di parcheggiare la propria auto nei comunissimi parcheggi a S, da affrontare rigorosamente in retromarcia, soprattutto se in mezzo al traffico. Il controllo degli specchietti, la presa delle misure, il calcolo dell’angolo giusto di sterzata: insomma, ci vuole un minimo di pratica, e un pochino di sangue freddo. E che dovrebbero dire invece i diportisti? Di certo ormeggiare la barca in modo corretto è – nella maggior parte dei casi – parecchio più complesso rispetto a parcheggiare un’auto. Anche perché le variabili in gioco e i fattori peggiorativi sono parecchi. Pensiamo quando lo spazio a disposizione è poco, a quando c’è vento, a quanto il posto barca scelto non è dei più comodi, oppure a quando si è da soli. Ecco, chi si trova a ormeggiare da solo una barca non particolarmente piccola – sia essa a motore o a vela – può effettivamente avere qualche problemino. Dunque, come fare a ormeggiare la barca la barca da soli senza fare errori senza fare danni, e possibilmente senza fare figuracce con chi ci potrebbe guardare dalla banchina? Vediamo qualche consiglio in questo articolo.

Scegliere il giusto porto barca

Il primo consiglio che vogliamo darvi è, ovviamente, quello di scegliere un posto barca adatto. Soprattutto se si manovra da soli, diventa fondamentale poter contare su un posto barca in un porticciolo che possa offrire uno spazio di manovra sufficiente: sarebbe da ingenui pensare alle sole dimensioni del posto barca in sé, è bene anche verificare che ci sia acqua a sufficienza per entrare e uscire senza diventare pazzi (abbiamo in ogni caso approfondito l’argomento di come scegliere il posto barca in un articolo dedicato). Vediamo gli altri consigli per ormeggiare da soli senza problemi!

Come ormeggiare da soli: preparare tutto con largo anticipo

Quando si ormeggia da soli la barca, che si sia effettivamente da soli a bordo o che a bordo ci siano altre persone che, però, non sono in grado di aiutare, è essenziale preparare tutto ben prima di entrare in porto: tutto quello che sarà già pronto, infatti, non dovrà essere disposto di tutta fretta all’ultimo istante, togliendo attenzione all’ormeggio in sé. Cosa si deve fare quindi avvicinandosi al porto? Prima di tutto è bene considerare il vento, per capire in che direzione sta soffiando, per poi pensare alle eventuali correnti. Poi si dovranno ipotizzare le manovre da fare: chi conosce bene il proprio posto barca avrà già abbastanza chiaro in testa lo scenario, mentre chi ci capita per la prima volta dovrà appoggiarsi a qualche nozione tecnica raccolta in anticipo (se banchina fissa o galleggiante, se un ormeggio al gavitello, se con poca acqua, e così via). Ovviamente aiuta anche il contatto VHF con il porto prima di entrare.
E ancora, è necessario preparare anche materialmente l’ormeggio, disponendo tutti i parabordi del caso in base al tipo di ormeggio che si andrà a fare: certo, forse una volta arrivati si dovrà modificare qualche posizione o qualche altezza, ma averli già in posizione fa assolutamente la differenza. La regola sarebbe inoltre di averne uno o due parabordi liberi, da usare in caso di bisogno. E ancora: l’ultima cosa da fare è quella di preparare le cime, che siano perfettamente addugliate e ordinate, pronte per essere utilizzate in pochi istanti.

cima d ormeggio

Come ormeggiare da soli: farsi aiutare

Ovviamente, quando si è da soli, può risultare prezioso l’aiuto di un operatore del porto. Nel nostro porto turistico Marina Porto Antico di Genova, per esempio, c’è sempre un nostro collaboratore pronto ad assistere chi sta ormeggiando; e di certo, quando si è da soli e magari con barche di una certa dimensione, avere un aiuto dalla banchina può cancellare parecchio stress, e facilitare molto l’intera operazione. Pensare che chiedere l’aiuto di una persona in banchina sia poco onorevole è, semplicemente, pensare nel modo sbagliato: è nell’interesse di tutti che gli ormeggi siano fatti nel modo giusto e senza errori!

Ormeggiare da soli se c’è vento

E se ci fosse vento al momento dell’ormeggio? Ci sono porti che sono particolarmente esposti, e altri marina che invece sono decisamente protetti – è il caso del nostro porto turistico di Genova. Ma come fare nel momento in cui si entra in porto in condizione di vento forte? Il primo errore da evitare è quello di trovarsi con la prua al vento a velocità ridotta, per evitare di trovarsi a scarrocciare nel momento meno opportuno. Meglio trovarsi con il vento in poppa, con una barca manovrabile grazie al peso del motore, andando a giocare con l’acceleratore per compensare e annullare la spinta che arriva da dietro. Si capisce allora che chi ormeggia da solo potrebbe avere grossi vantaggi nel mettersi con la poppa controvento già a livello dell’antiporto, per poter avere tutto il tempo di preparare con tranquillità le azioni successive.

Qualche aiutino tecnologico

Va detto che chi si trova spesso a ormeggiare la propria barca da solo potrebbe anche dotarsi di qualche strumento appositamente pensato. A cosa facciamo riferimento? La prima cosa che ci viene in mente è per esempio il gavitello intelligente Clik. Forse ne hai già sentito parlare: si tratta di un gavitello tecnologico che permette di legare la trappa quando si salpa, per portarla sott’acqua. Al momento dell’ormeggio si potrà comandare da remoto a Click di fare riemergere la trappa a prua, facilitando le cose.
Ci sono poi strumenti più avanzati, come i sistemi dotati di radar e telecamera, per avere tutte le informazioni del caso per ormeggiare senza urti: un esempio è Easy Control Automatic Boat (ECAB), che va ad assistere l’ormeggio grazie a telecamere, gps, radar, accelerometro e bussola. Queste sono solamente le prime soluzioni che ci sovvengono: sul mercato è possibile trovare anche tanto altro, in base al livello di budget a disposizione e all’aiuto che si vuole avere durante questi momenti delicati.

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