La manutenzione delle draglie, per una barca sicura

Fin dagli albori della navigazione, la prima regola adottata per garantire la sicurezza dei naviganti è molto semplice: evitare in tutti i modi di cadere in mare e da qui nascono le draglie. E in effetti oggigiorno possiamo contare su diversi dispositivi che permettono di prevenire le cadute fuoribordo, a partire per esempio dalle jack-line, linee di sicurezza con imbrago pensate per quando si naviga a vela con mare formato oppure, in generale, per quando si naviga da soli. Ma visto che non sempre ci si può legare, ci sono anche dei dispositivi che mirano a rendere l’eventuale “uomo in mare” meno pericoloso: si pensa ai salvagenti anulari con cima, ma anche ovviamente ai giubbotti di salvataggio, meglio ancora se a gonfiaggio automatico (per tenerli sempre indossati, senza ingombro e senza impedire i movimenti). Ma se c’è una cosa che permette sempre e comunque di avere una barriera tra sé e il mare, questo è ovviamente il sistema delle battagliole. E in effetti il buon marinaio sa molto bene quanto sia fondamentale avere sempre un appiglio a portata di mano, così da recuperare velocemente l’equilibrio mentre ci si muove da una parte all’altra della barca, soprattutto quando la barca sbanda o sussulta in modo improvviso, magari per l’onda anomala creata da un traghetto di passaggio. Ma occhio: né le battagliole né le draglie sono eterne. Lo sanno bene tanti diportisti che qui, nel loro posto barca del nostro porto turistico di Genova, si ricordano ogni anno di analizzare centimetro dopo centimetro tutto il complesso delle battagliole, per individuare eventuali punti deboli. E proprio di questo parleremo oggi: vediamo come va affrontata la manutenzione delle draglie, e quando e come fare l’eventuale sostituzione.

draglie

Draglie, battagliole, candelieri: un po’ di lessico

Non tutti sono esperti lupi di mare, e non tutti si rivolgono alle parti della barca con le stesse parole. Qui nel nostro marina di Genova ce ne accorgiamo spesso: il lessico nautico nasconde sempre qualche piccola insidia, qualche possibilità di incomprensione o fraintendimento. Vale quindi la pena ripassare velocemente qualche parolina. Con il termine battagliola si indica l’insieme delle “barriere” installate lungo la barca, per evitare le cadute fuoribordo. Sulle barche di dimensioni importanti le battagliole raggiungono solitamente i 70 centimetri, mentre sugli scafi di dimensioni più ridotte ci si deve giocoforza accontentare di battagliole sui 50 centimetri: ecco allora che si tende a muoversi lungo la barca con un baricentro ancora più basso. Il candeliere è l’elemento verticale che dà struttura alla battagliola, mentre le draglie sono i cavi che corrono tra un candeliere e l’altro, fornendo per l’appunto appiglio e supporto ai naviganti. Ora possiamo passare alla manutenzione delle draglie!

La normale manutenzione delle draglie: come farle durare a lungo

Come prolungare la vita delle draglie, mantenendole funzionali e sicure nel tempo? Prima di tutto è bene conoscerne le minacce che possono rovinare questi cavi, tipicamente realizzati con del filo d’acciaio rivestito. Ecco allora che la guaina può creparsi per effetto del sole, mentre il metallo può arrugginire per via dell’umidità. Quello che si può fare è ricordarsi di tanto in tanto di pulire le draglie e il complesso delle battagliole con dell’acqua dolce, per eliminare perlomeno il salino. Sarebbe poi bene tenere le draglie tese ma non eccessivamente, così da non metterle costantemente sotto stress; per non caricarle eccessivamente, poi, può essere buona norma fissare i parabordi non alla draglia, quanto al candeliere (meglio se in basso, così da non sforzare nemmeno questo elemento verticale).

E poi ci vuole per l’appunto l‘osservazione regolare, cercando i punti in cui la guaina sta venendo a mancare, oppure ossidazioni, trefoli di cavo che affiorano (rischiosi per le mani ed eventualmente anche per le vele), allentamenti, boccole rotte e via dicendo. Quando si individuano problemi di questo tipo è bene intervenire, con riparazioni localizzate o con la sostituzione totale delle draglie.barca a vela

Sostituzione delle draglie: quali cavi scegliere

E se si decidesse per la sostituzione delle draglie, quale tipologia di cavo sarebbe bene scegliere? La soluzione perfetta non esiste. Il classico cavo d’acciaio rivestito assicura un ottimo comfort, e non è pericoloso per lo sfregamento con mani, vele o vestiti. Ma il rivestimento con il tempo si secca, si indurisce e si crepa. C’è quindi l’opzione del cavo di acciaio non rivestito, il quale però non è particolarmente piacevole al tatto, pur facendo bella mostra di sé con la sua finitura fieramente lucida. In entrambi i casi, va detto, chi volesse sostituire da sé le draglie, utilizzando dei cavi d’acciaio (con o senza guaina) avrà a che fare con un lavoro notevole, dovendo gestire tutti i raccordi giuntati oppure crimpati. Terza opzione è quella delle draglie in fibra di Dyneema, una soluzione più moderna che presenta diversi vantaggi: sono confortevoli al tatto, hanno una resistenza al carico persino maggiore rispetto all’acciaio, e sono più facili da impiombare. Di contro, però, non sono per nulla amici dei raggi solari: ecco allora che ci si troverà a sostituire le draglie con una frequenza maggiore.

Sostituire le draglie, nel concreto

Senza ombra di dubbio l’opzione più comoda sarebbe quella di affidare la sostituzione delle draglie a dei professionisti, e quindi a dei rigger che potranno duplicare perfettamente le vecchie draglie, con le stesse identiche misure (ed eventualmente di un altro materiale).

È possibile percorrere anche la strada del fai da te, la quale però non è agevole: di fatto è necessario, o persino obbligatorio, avere uno strumento capace di crimpare i cavi, ovvero una pinza pressatrice manuale professionale per crimpare e impiombare i cavi d’acciaio. La quale può costare svariate centinaia di euro. Ipotizziamo di acquistarla o di farcela prestare: a quel punto la difficoltà maggiore sarà replicare perfettamente le misure originali, per poi andare a riutilizzare laddove possibile i tenditori già presenti sulla barca, per ridurre la spesa. Sempre che questi siano in buone condizioni! Insomma, prima di prendere la strada del fai da te è bene assicurarsi di avere strumenti, tempo a disposizione e pazienza.

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