Inquinare meno è una necessità improrogabile. Per non compromettere il nostro pianeta, per rendere più vivibili le nostre città, per non mettere a rischio il futuro delle generazioni future, per non rovinare i nostri mari, e anche perché possiamo farlo. Sì, perché oggi abbiamo le tecniche, le soluzioni e i metodi necessari per fare quello che facciamo tutti i giorni inquinando molto, molto meno. E questo vale anche per la nostra adorata attività di diporto. Pensiamo a chi ogni giorno attraversa le banchine del nostro marina di Genova per fare l’uscita quotidiana in barchino, come anche a chi invece usa la barca solo d’estate, e più precisamente solo durante i fine settimana estivi e durante la tanto agognata vacanza in barca: tutti quanti, con qualche attenzione in più, possono ridurre in modo considerevole l’inquinamento a bordo. Ma da dove partire per assicurare una maggiore sostenibilità in barca? Ecco i nostri 10 consigli.
Sostenibilità in barca: i nostri 10 consigli di partenza
- La sostenibilità inizia in porto: prima di tutto, va sottolineato che la sostenibilità in barca inizia in porto. Abbiamo già visto in un articolo dedicato quanto ridurre l’inquinamento nel porto turistico sia fondamentale per salvaguardare il mare. Pensiamo al delicato momento del rifornimento carburante, che deve avvenire senza il minimo sversamento; ma pensiamo anche alla gestione degli scarichi, alla gestione dell’acqua a bordo, all’uso delle luci e via dicendo. La navigazione sostenibile inizia dal marina, ed è per questo che anche nel nostro porto turistico di Genova riserviamo grande attenzione al ritiro dei rifiuti in banchina e a servizi speciali come lo smaltimento delle batterie e degli olii esausti
- L’imbarcazione fa la differenza: non ci sono dubbi, ci sono imbarcazioni che per loro natura inquinano di più o di meno. Una barca a vela può contare sulla propulsione data dal vento, laddove un motoscafo dovrà fare affidamento solo sul motore; ci sono barche con motori a gasolio, e scafi spinti da motori elettrici. Ci sono barche nuove che sfruttano al meglio ogni litro di carburante, e barche più vecchiotte che invece sono meno efficienti. Quindi sì, chi desidera più sostenibilità in barca dovrebbe pensare anche all’effettivo inquinamento dettato dal proprio mezzo!
- La manutenzione regolare del motore: a prescindere dall’età della barca, delle sue dimensioni e via dicendo, per ridurre l’inquinamento di un’imbarcazione è fondamentale mantenere in forma il motore. Questo significa che i filtri vanno cambiati regolarmente, che il carburante deve essere pulito, e che tutti i tagliandi devono essere fatti per tempo.
- Scafo ben pulito: un’opera viva liscia e pulita riduce al minimo l’attrito di avanzamento, richiedendo quindi meno energia per navigare. Al contrario, uno scafo sporco, cosparso di alghe e di altri sedimenti, finisce inevitabilmente per frenare la barca. Per questo motivo è essenziale tenere ben pulito lo scafo, utilizzando delle buone antivegetative. Le quali però, come è noto, nelle loro forme classiche possono risultare nocive per gli ecosistemi marini: molto meglio quindi quando possibile utilizzare delle antivegetative di ultima generazione e sostenibili, come quelle siliconiche o come quelle wrapping.
- La differenziata anche a bordo: non dovrebbe nemmeno servire sottolineare l’importanza di non buttare a mare i rifiuti prodotti in barca. Nemmeno i più piccoli: non il mozzicone di sigaretta, non il tappo della bottiglia, non il fazzoletto di carta. Ogni rifiuto dovrebbe invece essere raccolto a bordo, meglio ancora se direttamente in piccoli sacchetti, seguendo le normali regole della raccolta differenziata. Così facendo, una volta arrivati in porto, sarà facile “svuotare” la barca, senza avere la tentazione di buttare tutto nel primo bidone libero. Fare la raccolta differenziata in barca, peraltro, ci può aiutare a essere più consapevoli dell’uso delle risorse plastiche, così da imparare a privilegiare i prodotti con packaging ridotto o assente.
- La gestione dell’elettricità in barca: di certo passare delle giornate in barca, dove tipicamente è bene razionare l’energia elettrica, rappresenta una bella lezione per la nostra vita quotidiana. Si impara così a ridurre gli sprechi energetici, sapendo che l’elettricità non è da dare per scontata; sarebbe poi inoltre bene dotare la barca, quando possibile, di piccoli o medi pannelli solari fotovoltaici, così da aumentare l’autonomia energetica della barca e creare elettricità in modo pulito.
- La pulizia sostenibile della barca: la barca non inquina solo quando è in movimento. Può inquinare anche da ferma, nel momento in cui ci mettiamo al lavoro per pulirla. Sì, perché in molti non pensano che i detergenti usati per pulire la coperta, per pulire lo scafo, i candelieri, i vetri e altri componenti finiscono in buona parte – o spesso totalmente – in acqua. Per questo motivo, quando si sa che i detergenti finiranno per colare in acqua, è fondamentale scegliere prodotti biodegradabili e amici dell’ambiente marino.
- Occhio alla crema solare: la protezione solare, quando si esce in barca – in estate ma non solo – è molto importante. Per evitare scottature, per non andare incontro a malattie della pelle, e via dicendo. Ma va sottolineato che le normali creme solari rilasciano dei residui, i quali possono mettere a rischio fitoplancton, microalghe, coralli e pesci. Meglio quindi optare per delle creme solari ecosostenibili, così da potersi tuffare dalla barca senza problemi.
- Che buoni i prodotti locali: di tanto in tanto è necessario mettere in pausa la navigazione. Per dormire in un porto turistico, per fare rifornimento di carburante, per fare la spesa o per concedersi una cena al ristorante. In questi due ultimi casi, sarebbe bene ricordarsi di privilegiare i prodotti a chilometro zero o comunque locali. Questi non sono infatti appesantiti dall’inquinamento dovuto al loro trasporto. E in più ci potranno aiutare a scoprire qualcosa in più sul territorio visitato, nonché a sostenere le comunità locali!
- Che fretta c’è?: infine, per inquinare meno, è sempre una buona idea ridurre la velocità, adottando ritmi più lenti. Così facendo si consumerà meno carburante, producendo meno gas a effetto serra. Del resto, che fretta c’è?