Dormire in barca

Vivere in una barca ormeggiata in un porto turistico

È un po’ il sogno di ogni di ogni diportista. C’è chi il pensiero di vivere in barca ce l’ha come
chiodo fisso, chi invece lo ha accarezzato solamente in modo occasionale. Alcuni pensano di volersi
trasferire in una barca ormeggiata in un porto turistico per dare il via tutta un’altra vita, fatta di
relax, di viaggi, di uscite continue in mare; e c’è chi invece pensa di vivere in una barca ormeggiata
in un marina un po’ come si vivrebbe in una casa qualsiasi in una città di mare, con il vantaggio
però di essere sempre e subito pronto per mollare gli ormeggi e prendere il largo. Va peraltro detto
che, al giorno d’oggi, è possibile non solo vivere, ma anche lavorare dalla propria barca da diporto:
chi scegliesse per esempio di vivere in una barca ormeggiata in un porto turistico con una buona
connessione wi-fi potrebbe pensare infatti di lavorare in smart working, trasformando il proprio
scafo, oltre che in casa, anche in ufficio. Ma è effettivamente possibile vivere in una barca
ormeggiata in un porto turistico, a livello legale, in Italia? E ancora, è ipotizzabile vivere all’estero
in barca? E quanto potrebbe costare una scelta di vita di questo tipo?

Dormire in barca
Vivere in una barca ormeggiata nel porto turistico: cosa dice la legge

Prima di tutto, vediamo il lato legale di una scelta come quella di vivere in una barca ormeggiata in
un porto turistico. Prima di tutto: la legge permette di seguire un percorso di questo tipo? In tanti
sono pronti a giurare che no, non è possibile. In realtà, però, non esiste effettivamente nessuna
regola che vieta di vivere in una barca, che in quanto tale sarà in acqua, ormeggiata in un posto
pensato appositamente per ospitare un mezzo di questo tipo, ovvero nel posto barca di un marina o
simili. Anzi, l’articolo 16 della nostra Costituzione dice che “Ogni cittadino può circolare e
soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge
stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”: questo vuol dire che, in assenza di
divieti – che a livello generale non esistono – è la stessa Costituzione che dà la possibilità di vivere
in una barca ormeggiata in un porto. Ecco che allora, avendo il benestare del gestore del porto
turistico – il quale per i più diversi motivi potrebbe ovviamente anche rifiutare di concedere un
posto barca per un periodo lungo o persino indefinito – e potendo dimostrare la stabilità della
dimora, è assolutamente legale richiedere al Comune di riferimento il proprio certificato di
residenza. Va detto però che spesso a complicare le cose ci si mette il Comune stesso, che potrebbe
faticare a concedere la residenza, per il semplice fatto che la richiesta può essere accolta come
“stravagante”. C’è anche, vale la pena sottolineare, la possibilità di dichiararsi “senza fissa
dimora”, condizione che però prevede l’assenza totale di appoggi alternativi.
Insomma, a livello legale, rimostranze degli addetti comunali a parte, è senz’altro possibile vivere
in una barca ormeggiata in un porto turistico italiano. Ma aspetta: e se si decidesse di vivere in
barca, ma non in Italia, quanto invece all’estero?

VIVERE IN BARCA

Vivere in barca, ma all’estero

Ovviamente nel momento in cui si decide di vivere in barca, ma non in Italia, quanto all’estero, le
norme di riferimento sono quelle del Paese in cui ci si vuole trasferire insieme al proprio scafo. Di
certo c’è una cosa: chi oggi può permettersi di trasferirsi all’estero senza problemi e di vivere in
barca senza più preoccuparsi di lavorare è, nella stragrande maggior parte dei casi, felicemente
pensionato. Vale quindi ricordare che in diversi Paesi europei ci sono importanti agevolazioni
fiscali per i pensionati italiani, grazie agli accordi stretti dal nostro Paese in fatto di doppia

imposizione fiscale. Ci sono Paesi in cui i benefici sono riservati solamente a chi vanta una
pensione privata, ma va detto che in alcuni casi è sufficiente quella pubblica: è questo il caso per
esempio della Tunisia, che certo può essere presa in seria considerazione da chi vuole trasferirsi
all’estero e vivere in barca nel Mediterraneo (questo sapendo peraltro che per mantenere la
residenza all’estero non vuol dire necessariamente vivere continuamente in quel Paese: basta poter
dimostrare di avere la residenza in quel Paese per almeno metà dell’anno di riferimento). Altro
Paese in cui tanti sognano di trasferirsi in barca è la Grecia, e non a caso tra i bueni retiri preferiti
dai diportisti italiani ci sono Cefalonia, Corfù, Creta, Santorini, Mykonos, e via dicendo.

I costi di vivere in barca

In Italia come all’estero è bene ricordare che vivere in barca ha dei costi inevitabili. Si può però dire
che è spesso più facile calcolare quanto costerebbe vivere in barca in un porto turistico rispetto a
quanto costa la vita in un normale appartamento. Quali sono le voci di costo da considerare? Si
parla in estrema sintesi di:


Prezzo dell’ormeggio del posto barca
: la tariffa dell’affitto in un porto turistico varia di
luogo in luogo, in base alla posizione, ai servizi presenti e via dicendo. In linea di massima
optare per delle tariffe semestrali o annuali dovrebbe permettere di risparmiare in modo
significativo rispetto a quanto si potrebbe pagare con le tariffe mensili o settimanali. Occhio:
non tutti i porti turistici sono disponibili per cedere un posto barca per 12 mesi!


Forniture: dall’elettricità all’acqua dolce, il porto turistico scelto per vivere in barca
dovrebbe fornire tutto il necessario per una vita confortevole. Ovviamente queste forniture
hanno un costo che non deve essere trascurato, così come succede nelle normali case di
mattoni. Perché non aiutarti con dei pannelli fotovoltaici per barca?


Manutenzione della barca: il costo della manutenzione della barca, va detto, sarebbe
simile anche nel caso della semplice barca disabitata e ormeggiata in porto; l’usura dovrebbe
infatti essere di poco superiore, sapendo però che chi vive in barca si dovrebbe accorgere
subito di eventuali problemi, prevenendo danni gravi!

Assicurazione nautica: chi vive in barca potrebbe ovviamente avere tutte le buone ragioni
per rendere più larghe e sicure le coperture assicurative della propria casa galleggiante.

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